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Lo sfregio permanente e l´irrilevanza della attenuazione del danno fisionomico con interventi chirurgici 

Cristina Monteleone

 

Avverso la sentenza di condanna resa dalla Corte territoriale, hanno proposto ricorso per Cassazione gli imputati per i reati di lesioni personali gravissime (aggravate dallo sfregio permanente del viso) e di lesioni personali aggravate. Nel 2014, in particolare, all’esito di due aggressioni particolarmente violente ai danni di due soggetti maschili, i ricorrenti procuravano lesioni personali gravissime ad entrambe le persone offese e causavano uno sfregio permanente del viso ad una di esse.
Con i gravami proposti, uno dei condannati ha contestato, tra l’altro, l’insussistenza dell’aggravante dello sfregio permanente del viso in ragione dell’esito favorevole dell’intervento di chirurgia maxillo-facciale al quale sarebbe stato sottoposto la persona offesa. In altri termini, ad avviso del ricorrente, l’attenuazione del danno fisionomico riportato dalla vittima avrebbe avuto l’effetto di rendere inapplicabile l’aggravante in parola al reo.
Investita della questione, pertanto, la Suprema Corte ha preliminarmente richiamato la nozione di sfregio permanente al viso delineata dalla giurisprudenza di legittimità. Quest’ultima, infatti, ritiene si tratti di un’alterazione dei normali tratti del viso dell’individuo offeso, la quale non rientra nella più grave deformazione, ma si limita a provocare una sensazione di ilarità o ripugnanza nell’osservatore medio (Cass. pen. n. 32984/2014).
Ai fini della sussistenza dell’aggravante in parola, peraltro, la Corte di legittimità ha rammentato l’indirizzo giurisprudenziale secondo il quale è irrilevante l’eventuale attenuazione del danno fisionomico riportato dalla persona offesa (Cass. pen. n. 26155/2010).
In altri termini, la Suprema Corte ha ritenuto che l’eventuale miglioramento estetico ottenuto dalla persona offesa non abbia alcun effetto sulla sussistenza dell’aggravante dello sfregio permanente.
Per la corretta contestazione e applicazione dell’anzidetta aggravante, pertanto, è necessario e sufficiente escludere il momento successivo alla condotta del reo dalla valutazione richiesta al giudice di merito.
La Suprema Corte, ancora, ha rilevato che l’attenuazione del danno fisionomica dedotta dal ricorrente è sfornita di ogni fondamento probatorio e, pertanto, da rigettare.
Ad avviso dei giudici di legittimità, peraltro, la mancata comparizione della persona offesa in dibattimento lamentata dall’imputato non incide sulla valutazione della lesione da ella riportata e richiesta al giudice di merito: dalla perizia medico-legale svolta in dibattimento, invero, è possibile desumere “l’estrema evidenza” dello sfregio in quanto la parte destra del volto è rimasta asimmetrica.
Ne consegue, quindi, che non sia richiesta una valutazione diretta della persona offesa ma sia consentito al giudice esprimere le sue determinazione anche mediante l’utilizzazione di accertamenti svolti da terzi nominati d’ufficio.
In ragione delle superiori motivazioni, pertanto, la Corte di legittimità ha dichiarato inammissibile il gravame proposto dai ricorrenti e, per l’effetto, li ha condannati alle spese legali.

Argomento: Delitti contro la vita e l'incolumità individuale
Sezione: Sezione Semplice

(Cass. Pen., Sez. V, 7 maggio 2021, n. 23692)

stralcio a cura di Giovanni de Bernardo 

“(…) 1.2. (…) Premesso che, in tema di attenuanti generiche, il giudice del merito esprime un giudizio di fatto, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, purché sia non contraddittoria e dia conto, anche richiamandoli, degli elementi, tra quelli indicati nell'art. 133 c.p., considerati preponderanti ai fini della concessione o dell'esclusione (…), va ribadito che il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato dal giudice con l'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, a maggior ragione dopo la riforma dell'art. 62-bis, disposta con il D.L. 23 maggio 2008, n. 92, convertito con modifiche nella L. 24 luglio 2008, n. 125, per effetto della quale, ai fini della concessione della diminuente, non è più sufficiente il solo stato di incensuratezza dell'imputato (…). Nel caso in esame, la sentenza impugnata ha evidenziato l'assenza di elementi favorevoli valutabili ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche, e la gravità della condotta dell'imputato, per le allarmanti modalità di esecuzione del fatto, consistito in una vera e propria spedizione punitiva, in un'aggressione deliberata con l'utilizzo di un'arma portata in auto a scopo offensivo, nei confronti di un giovane indifeso, abbandonato a terra sanguinante. Sicché la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche è giustificata da motivazione esente da manifesta illogicità, che, pertanto, è insindacabile in cassazione (…), anche considerato il principio affermato da questa Corte secondo cui non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, rimanendo disattesi o superati tutti gli altri da tale valutazione (…). 2. (…) Premesso che, in tema di lesioni gravissime, la valutazione circa la sussistenza dell'aggravante dello sfregio permanente, inteso come turbamento irreversibile dell'armonia e dell'euritmia delle linee del viso, compete al giudice di merito, chiamato ad esprimere un giudizio che non richiede speciali competenze tecniche, perché ancorato al punto di vista di un [continua ..]

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