home / Archivio / Diritto Civile raccolta del 2025 / Posto che la decisione della Corte EDU non ha lasciato “danni differenziali” di cui ..

indietro stampa contenuto


Posto che la decisione della Corte EDU non ha lasciato “danni differenziali” di cui potesse essere chiesto il ristoro al giudice nazionale, avendo accolto parte delle domande e rigettato la restante, e che sia le statuizioni di accoglimento, sia quelle di rigetto, non potevano essere sindacate dal giudice nazionale, la Suprema Corte conclude nel senso che “La sentenza impugnata è dunque effettivamente incorsa nella violazione del giudicato internazionale, là dove ha ritenuto che la Corte EDU si fosse semplicemente astenuta dal provvedere sulle domande intese ad ottenere il risarcimento del mancato profitto e delle altre voci di danno indicate”

Argomento: Attuazione nell’ordinamento interno delle sentenze della Corte E.D.U.
Sezione: Sezione Semplice

(Cass. Civ., Sez. III, 29 luglio 2025, n. 21758 e 21759)

Stralcio a cura di Cecilia De Luca

“(…) 1. Col primo motivo il Comune di Bari deduce che la sentenza della Corte EDU  è stata erroneamente interpretata dalla Corte d’appello. Sostiene che quest’erronea interpretazione ha avuto per effetto di violare il giudicato.  Sostiene il Comune di Bari che mentre la Corte EDU ha inteso liquidare tutti i danni patrimoniali sofferti dalla MABAR e rigettare le domande di danno ritenute non causalmente collegate alla illegittima confisca dei terreni, la  Corte d’appello ha frainteso la motivazione, ritenendo che la Corte EDU avesse liquidato solo una parte dei danni sofferti dalla MABAR, lasciando  impregiudicato l’accertamento e la quantificazione della parte restante.  Il motivo è fondato. Alla Corte EDU la MABAR chiese il risarcimento dei medesimi danni per i  quali chiederà poi il risarcimento al Tribunale di Bari.  Le domande di danno sono state tutte esaminate dalla Corte EDU: alcune sono state accolte; altre rigettate per difetto di causa; nessuna è stata accantonata o non esaminata.  Il giudice nazionale pertanto non poteva accogliere la domanda di risarcimento proposta dinanzi a lui dalla MABAR, perché così facendo ha  inammissibilmente riesaminato e ribaltato le statuizioni di rigetto contenute  nella sentenza della Corte EDU.  Tale conclusione si impone comparando: a) la domanda formulata dinanzi al Tribunale di Bari; b) la domanda formulata dinanzi alla Corte EDU; c) il contenuto della sentenza da quest’ultima pronunciata.  2. Con l’atto di citazione introduttivo del presente giudizio, la MABAR ha domandato il risarcimento dei seguenti pregiudizi: a) il controvalore attuale dei fondi confiscati (p. 103 atto di citazione);   b) “tutti i danni patrimoniali emergenti” (dicasi: “tutti”) consistiti negli  “investimenti effettuati per la programmazione, presentazione, progettazione ed esecuzione parziale dell'intervento edilizio” (p.103);  c) il lucro cessante per mancata realizzazione del piano (ibidem); d) il dell’immagine.   risarcimento del danno non patrimoniale da lesione 3. Col ricorso proposto dinanzi alla Corte EDU la MABAR chiese il risarcimento dei seguenti danni: -) il costo sostenuto per l’acquisto dei terreni; -) i costi di costruzione; -) gli onorari e le spese degli architetti; -) i servizi tecnici [continua ..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login inizio