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La responsabilità del Comune per danni da rumori molesti dipendenti dalla cd. "movida"

Argomento: Della proprietà
Sezione: Sezione Semplice

(Cass. Civ., Sez. III, 23 maggio 2023, n. 14209)

stralcio a cura di Fabrizio Cesareo

"1. - (…) I coniugi A.A. e B.B. convennero in giudizio il Comune di (Omissis) deducendone la responsabilità per le immissioni di rumore nella propria abitazione, sita nella via (Omissis), prodotte dagli avventori degli esercizi commerciali ivi ubicati, i quali, nelle sere di fine settimana del periodo estivo, si trattenevano in strada recando disturbo alla quiete pubblica anche ben oltre l'orario di chiusura degli stessi. A tal fine, gli attori chiesero che fosse accertata l'intollerabilità delle immissioni provenienti da detta strada comunale e, quindi, venisse condannato il Comune di (Omissis), ex art. 844 c.c., "alla cessazione immediata delle predette immissioni ovvero alla messa in opera delle necessarie misure per ricondurre alla normale tollerabilità le immissioni medesime", nonchè al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali patiti. (…) 1. - Con il primo mezzo è denunciata, ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 1, c.p.c., violazione della Cost., art. 113 e della L. n. 2248 del 1865, all. E , art. 4, per aver la Corte territoriale erroneamente escluso, in contrasto con la giurisprudenza di legittimità, la "sussistenza della giurisdizione dell'A.G.O. sulla controversia avente ad oggetto la domanda di condanna della p.a. a provvedere, con tutte le misure adeguate, all'eliminazione o alla riduzione nei limiti della soglia di tollerabilità delle emissioni nocive, oltre che al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, atteso che l'inosservanza da parte della p.a. delle regole tecniche o dei canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni può essere denunciata dal privato davanti al giudice ordinario, non solo per conseguire la condanna della p.a. al risarcimento dei danni, ma anche per ottenerne la condanna ad un facere, tale domanda non investendo scelte ed atti autoritativi della p.a., ma un'attività soggetta al principio del neminem laedere". 2. - Con il secondo mezzo è dedotta, ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 1 e n. 3, c.p.c., violazione e falsa applicazione della Cost., artt. 32 e 42, 8 CEDU, 832, 844 e 2043 c.c., per aver la Corte territoriale erroneamente ritenuto necessario ancorare l'intervento del Comune, al fine di poterne configurare una responsabilità omissiva in relazione all'obbligo di far cessare le immissioni nocive, ad "una disposizione di legge che imponga il controllo sull'utilizzo della strada al fine di [continua ..]

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