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In tema di responsabilità da reato degli enti, il modello organizzativo deve prevedere regole cautelari per le possibili situazioni di conflitto di interesse del legale rappresentante indagato per il reato presupposto

Argomento: Legittimazione alla nomina
Sezione: Sezione Semplice

(Cass. Pen., Sez. III, sent. 25 luglio 2023, n. 32110/2023) 

Stralcio a cura di Giovanni de Bernardo 

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RITENUTO IN FATTO 2.2. Con il secondo motivo il ricorrente lamenta la contraddittorietà della motivazione (recte: la violazione di legge) nella parte in cui il Tribunale del riesame ha ritenuto la mancanza di legittimazione del difensore dell'ente (art. 606, comma 1, lettera b), cod. proc. pen.), sul rilievo che detto difensore sarebbe stato privo di un titolo che gli attribuisse il potere di impugnare e ciò sulla base di una presunta limitatezza della nomina stessa rispetto al soggetto mandante, nonostante che l'ordinanza impugnata avesse testualmente riportato che la nomina era stata conferita dall'indagato per la sua difesa e quella della società M***.   CONSIDERATO IN DIRITTO Il secondo e il terzo motivo, essendo tra loro collegati, possono essere congiuntamente esaminati. Essi sono parimenti inammissibili proprio in considerazione della circostanza che sia il G****, come persona fisica, che la M*****, quale persona giuridica, erano entrambi indagati nel medesimo procedimento. A carico della società si è infatti proceduto in relazione alla violazione ex art. artt. 5 lettera a), 25-quinquiesdecies d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 in quanto la persona fisica (R. G.), soggetto apicale di M****, aveva posto in essere l'illecito penale di cui all'art. 2 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 nell'interesse e a vantaggio della M****. In tal caso, le Sezioni Unite hanno stabilito che, in tema di responsabilità da reato degli enti, il legale rappresentante che sia, come nella specie, indagato o imputato del reato presupposto non può provvedere, a causa della condizione di incompatibilità in cui versa, alla nomina del difensore dell'ente per il generale e assoluto divieto di rappresentanza posto dall'art. 39 d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231, con la conseguenza che il modello organizzativo dell'ente deve prevedere regole cautelari per le possibili situazioni di conflitto di interesse del legale rappresentante indagato per il reato presupposto, valevoli a munire l'ente di un difensore, nominato da soggetto specificamente delegato, che tuteli i suoi interessi.

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